sport e alimentazione

L’alimentazione degli sportivi

Per i nostri consueti incontri con gli specialisti del centro medico Benvita, oggi ci confrontiamo col dottor Filippo Scalise, cardiologo e specialista in nutrizione clinica applicata allo sport presso il poliambulatorio di via Cavallotti. La seguente chiacchierata su sport e alimentazione è ripresa anche sulle pagine del Cittadino di Monza e Brianza in edicola oggi, giovedì 17 settembre.

Buongiorno dottor Scalise, ci racconta qual è il progetto per gli sportivi che sta portando avanti negli ambulatori del centro Benvita?

Diciamo innanzitutto che Benvita si dedicherà all’atleta agonista, inquadrandolo sia dal punto di vista alimentare, sia da quello cardiovascolare. L’obiettivo è personalizzare l’alimentazione dell’atleta (o della squadra), sia in fase di allenamento, sia nella fase di competizione. Poi, naturalmente, se subentrano dei problemi di qualsiasi tipo, presso gli ambulatori di Benvita siamo in grado di gestire e risolvere ogni genere di questione.

Perché questa esigenza? Non sarebbe sufficiente che un atleta seguisse semplicemente un regime alimentare equilibrato?

In realtà no, perché ogni individuo ha una storia a sé, tutti siamo diversi e la dieta deve essere stabilita conoscendo i parametri dell’atleta. Stiamo parlando di parametri fisici, per i quali si può utilizzare una metodica che si chiama bioimpedenziometria.

Bioimpedenziometria? Potrebbe spiegarci meglio di che cosa si tratta?

È una metodica che svela la composizione corporea dell’organismo dell’atleta: percentuali di massa magra (muscoli) e massa grassa. La massa magra è responsabile del metabolismo basale e del consumo di ossigeno. Rappresenta il “motore” dell’individuo, perciò è fondamentale la sua percentuale rispetto al peso totale che, in un soggetto sano, è il 40-50%. I valori della massa grassa, invece, oscillano dal 16 al 22% negli uomini e dal 20 al 25% nelle donne, con variazioni che risentono fortemente dell’età.

Chiaro. Vi sono altri parametri necessari per valutare le caratteristiche di un atleta?

Sì: bisogna anche stabilire quale sia il consumo di calorie che l’atleta ha nel corso della giornata, sia nella fase di allenamento, sia nell’eventuale momento della gara. Conoscendo questi parametri, si può infine stabilire quale sia il fabbisogno alimentare del soggetto, in modo da poter definire un piano dietetico. Questo piano dietetico sarà poi sottoposto a dei controlli periodici che servono a capire la regolarità del percorso che si sta compiendo.

Torniamo all’idea di base del progetto: qual è la relazione tra prestazione sportiva e alimentazione?

L’idea nasce proprio perché si è visto che esiste una strettissima relazione tra come mangia l’atleta, la sua performance e la riduzione degli infortuni. Una buona preparazione atletica e una buona alimentazione garantiscono un abbattimento del rischio di farsi male durante la competizione, perché l’organismo è in equilibrio. Se si hanno carenze alimentari e ci si trova sottopeso, si hanno dei problemi ossei e/o problemi muscolari, tutti riconducibili ad una dieta poco equilibrata e si va più facilmente incontro agli infortuni.

Tutto questo accade perché, oltre alla capacità fisica e muscolare, è minata anche la reattività e quindi la capacità di evitare o superare indenne uno scontro?

Sì, proprio così, perché se sei in carenza di vitamine o di alcuni altri nutrienti, potresti non rispondere al trauma come uno che invece è a posto e in equilibrio con l’alimentazione e con i principali nutrienti che da essa sono forniti. Bisogna considerare che gli allenamenti degli atleti professionisti sono piuttosto pesanti e, se non gli si sta dietro con una dieta appropriata, è facile che vadano sottopeso e perdano massa muscolare, predisponendosi dunque maggiormente agli infortuni.

sport e alimentazione

Quindi possiamo dire che l’equazione “alimentazione personalizzata=miglioramento della performance” è sempre vera…

Un’alimentazione equilibrata e personalizzata è sicuramente fondamentale per la performance e per la salute in generale, perché si è visto che alla fine i risultati sono migliori e si raggiunge un livello più alto di benessere psicofisico. I dati ci mostrano infatti che, se l’atleta segue un regime dietetico personalizzato, a volte integrato con particolari sostanze, ha alcuni parametri di performance, come la resistenza fisica, che migliorano. A margine di tutte queste considerazioni, bisogna dire però che l’aspetto genetico è fondamentale: se tu corri più veloce di un altro perché la natura ti ha dotato di un fisico più adatto alla corsa, non c’è alimentazione personalizzata che ti faccia diventare Bolt…

Il gap, ossia quella carenza di alcuni parametri che ci porta a modificare la dieta di un atleta, da cosa è determinato? Quali sono questi parametri?

Sono le caratteristiche fisiche (peso, altezza…), quelle derivate dalla bioimpedenziometria, ovvero la quantità di acqua presente nel corpo e, conoscendo questo valore, si deducono massa magra e massa grassa di cui abbiamo parlato prima. Per ogni sport gli atleti devono avere delle caratteristiche fisiche particolari: un maratoneta ad esempio deve avere massa grassa praticamente inesistente. Se uno pesa 90 kg e vuole fare il maratoneta, dovrà perdere molta massa grassa. Massa magra e massa grassa dipendono molto anche dal sesso e dall’età. Le donne hanno una massa grassa maggiore degli uomini; con l’età, poi, si perde massa magra, si perdono i muscoli, perciò si tende a diventare più magri, perché si perde la massa muscolare. Per questo motivo si spingono le persone a praticare attività fisica, per non perdere massa muscolare.

L’impegno di Benvita quindi sarà quello di personalizzare la dieta dell’atleta, seguirla passo passo e, eventualmente, correggerla quando necessario, giusto?

Giusto. Benvita infatti può seguire l’atleta anche dal punto di vista dell’integrazione. Non lo mandiamo allo sbando e invitiamo a stare molto attenti agli integratori che si vendono sul mercato, perché non è detto che vadano bene per tutti. Noi possiamo personalizzare l’integrazione in base all’atleta e allo sport che pratica.

Nel ringraziare il dottor Scalise, ricordiamo che chiunque volesse prenotare un consulto con lui può cliccare su questo link e trovare tutte le informazioni necessarie.

Redazione Benvita
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