17 Apr Arriva l’estate: prudenza al sole
Arriva il caldo e diventano più frequenti le occasioni per prendere il sole. Incontriamo pertanto il dottor Matteo Spinelli, dermatologo presso il Centro Medico Bianalisi sede Benvita, col quale cerchiamo di capire in che modo evitare i pericoli che si possono celare dietro ad un’eccessiva esposizione ai raggi solari.
Buongiorno dottor Spinelli. È primavera e si comincia ad andare al mare o in montagna e a cercare la prima tintarella: qual è il primo consiglio che si sente di dare?
La prima cosa da fare è evitare l’eritema. I pensieri ricorrenti “non mi scotto mai, ma mi viene sempre l’eritema” o “divento rosso, ma non mi scotto” sono decisamente sbagliati perché è proprio il contrario. La comparsa di eritema indica che è già in atto un danno alle cellule cutanee.
Non abbiamo tutti la stessa sensibilità ai raggi solari, giusto?
Sì, è così. Ogni tipo di pelle, ogni fototipo, raggiunge l’eritema con con una dose di raggi ultravioletti diversa. I fototipi chiari devono fare più attenzione perché, tendenzialmente, raggiungono prima la dose minima di raggi ultravioletti, necessaria per far insorgere l’eritema. I fototipi più scuri, in assenza di altre patologie o situazioni particolari, la raggiungono in più tempo.
Oltre che per l’abbronzatura, la luce del sole è preziosa per l’acquisizione di vitamina D…
Per mantenere i livelli ideali di vitamina D, serve non più di un’ora di sole al giorno senza protezioni solari. In estate anche meno e ovviamente, le ore migliori non sono quelle centrali, ma questo è un messaggio ormai recepito da tutti…
Tornando alla questione abbronzatura, in che modo ci si può proteggere dai raggi solari?
Con la creme solari, con la maglietta o restando al riparo sotto all’ombrellone. Per i bambini dobbiamo stare ancora più attenti, perché la pelle del bambino è più delicata e riesce meno di quella dell’adulto a difendersi dal sole. Il bambino, quindi, si scotta molto più facilmente e i danni fatti da bambini creeranno problemi poi da adulti.
A quali danni si può andare incontro in seguito ad una scorretta esposizione al sole?
Le radiazioni solari ed in particolare le radiazioni ultraviolette, UVA e UVB, possono provocare danni acuti e cronici. I danni acuti sono il già citato eritema solare, che può arrivare alla vera e propria ustione solare con lesioni bollose, situazione da evitare assolutamente e che nelle forme più gravi può richiedere una gestione medica. I danni cronici sono il fotoinvecchiamento e la fotocarcinogenesi.
Che cosa succede alla nostra pelle quando ci scottiamo?
Una fotoesposizione non corretta per intensità e/o durata provoca un danno alle cellule cutanee. Il danno indotto dagli UV è sia diretto a livello del DNA cellulare, sia indiretto attraverso la formazione di ROS, quindi con un meccanismo di stress ossidativo. Quando il danno provocato dai radicali liberi supera le capacità di risposta cellulare andiamo in contro alla morte della cellula (ne è un esempio la desquamazione alla quale andiamo in contro dopo una scottatura solare). Il danno al DNA, invece, quando colpisce specifici geni ed ripetuto nel tempo, può provocare delle mutazioni che portano alla cancerogenesi.
L’invecchiamento precoce della pelle è una delle conseguenze di un abuso o di una scorretta esposizione al sole?
L’invecchiamento cutaneo è il risultato della somma di molteplici modificazioni che avvengono nel tempo, riscontrabili istologicamente. Possiamo distinguere il cronoinvecchiamento, ovvero l’invecchiamento cronologico determinato geneticamente e il fotoinvecchiamento, cioè l’insieme delle modificazioni alle quali va in contro la nostra cute indotte dall’esposizione cronica ai raggi ultra violetti. Questi due tipi di invecchiamento andranno a sommarsi. La quantità totale di raggi ultravioletti presa nel tempo, combinati con le caratteristiche genetiche individuali, determineranno un invecchiamento cutaneo più o meno marcato e più o meno precoce. Di queste due variabili non possiamo limitare il fotoinvecchiamento.
La presenza di nei sulla pelle è una controindicazione all’esposizione solare?
Sono diversi i fattori di rischio che aumentano la probabilità di avere un melanoma. Innanzitutto l’anamnesi personale positiva per melanoma o altri tumori cutanei. Vi è poi la familiarità per melanoma, soprattutto in parenti di 1° e 2° grado. Infine la tipologia di nevi che un soggetto ha, determinata geneticamente, per finire poi col numero di nevi. Soggetti con uno o più fattori di rischio, compreso l’elevato numero di nevi, devono porre ancora più attenzione a come si espongono al sole.
Ringraziamo il dottor Spinelli e ricordiamo che, cliccando su questo link, è possibile contattare gli specialisti del Centro Medico Bianalisi sede Benvita.