prostatite e bicicletta

Prostatite e bicicletta? Si può, però…

Incontriamo la dottoressa Serena Maruccia, androloga e urologa presso il Centro Medico Benvita, con la quale mesi fa abbiamo parlato di cistite. Sono i giorni in cui viviamo la partenza del primo  Giro d’Italia “autunnale” e affrontiamo con lei un altro problema relativo alla salute degli uomini e legato proprio alla pratica del ciclismo: i fastidi alla prostata e l’importanza di un sellino adeguato quando si va in bicicletta.

Buongiorno dottoressa Maruccia, andiamo dritti al punto: la bicicletta fa male alla prostata?

Capita spesso che mi si chieda se andare in bicicletta sia uno sport che fa male alla prostata o se le persone che hanno dei problemi prostatici possano andare in bicicletta. In realtà è un po’ come dire se camminare fa male e se camminare con una pietra dentro la scarpa può essere una cosa estremamente fastidiosa. Camminare è un’attività innocua, ma con le pietre nelle scarpe può essere molto doloroso… Così, anche la bicicletta fa bene allo spirito e al corpo di un sacco di persone, ma gli uomini che hanno delle problematiche prostatiche devono però fare una maggiore attenzione alla scelta che riguarda il sellino. Ci sono aziende che realizzano sellini per lasciare la zona della prostata libera, in modo da rendere più confortevole una biciclettata anche per chi ha problemi di prostata. Per rispondere alla sua domanda in maniera diretta: la bicicletta non fa male alla prostata.

Chiaro, quindi non esiste un’attività che può generare problemi alla prostata, ma solo una pratica sconsigliata quando si hanno già problemi. Giusto?

Sì, certo. Ci sono condizioni in cui una maggiore attenzione va posta nell’utilizzo della bicicletta e che sono abbastanza specifiche: mi riferisco ai pazienti che si sono appena sottoposti a delle manovre prostatiche, come può essere una biopsia o un intervento alla prostata; oppure è sconsigliabile usare la bicicletta in modo continuativo nei giorni precedenti al prelievo del PSA, un esame del sangue mirato a valutare la salute prostatica. Il valore del PSA può essere infatti alterato da lunghe pedalate.

È corretto affermare che le patologie legate alla prostata siano correlate ad un’età matura?

No: la fascia d’età è relativa. Avere problemi di prostata è un concetto abbastanza poco definito. Per molti “avere la prostata” significa “avere un problema alla prostata”, ma in realtà la prostata è un organo che hanno tutti gli uomini e che può dare problemi diversi nelle diverse fasce d’età, a partire dalle comuni infiammazioni prostatiche, le prostatiti, che possono essere acute e croniche soprattutto nel giovane maschio. Nell’uomo fino ai 50 anni è più comune l’iperplasia, ovvero l’aumento volumetrico della prostata, e dopo i 50-60 anni è più comune un’altra patologia prostatica, il tumore prostatico. Vi sono dunque problematiche prostatiche differenti in base all’età, tenendo conto che in un giovane sono molto meno comuni, ma che ugualmente rendono sconsigliabile,per tornare all’oggetto della chiacchierata, l’uso della bicicletta.

Esistono fastidi legati all’uso della bicicletta che possono essere erroneamente accostati a problemi alla prostata?

Sì. Ad esempio, dopo una lunga pedalata, può verificarsi una sensazione anestetizzante a livello del perineo legata alla compressione di alcuni fasci nervosi che rimangono incastrati tra la radice della gamba e il sellino della bicicletta, provocando anche disturbi erettili transitori.

Chi deve usare la bicicletta con grande frequenza e si trova a vivere un problema di questo tipo, un’infiammazione che dà fastidio e rende dolorosa la pedalata, come può fare?

Il sellino della bici, così come il sedile dell’auto, sono fondamentali per chi ha problemi di prostata: un lungo viaggio in auto o una lunga pedalata possono essere molto fastidiosi e aumentare un’eventuale infiammazione. Ovviamente non si creano problemi in una persona sana, ma in chi ha un ingrossamento della prostata sì. Si può ridurre il rischio di tutto questo regolando la posizione assunta in bicicletta, sia cambiando la postura rispetto al sellino lasciando libera la zona del perineo, sia utilizzando appositi sellini che sono o forati al centro, o che non hanno la parte sporgente davanti, per evitare anche eventuali problemi ai testicoli.

Ringraziamo la dottoressa Maruccia e ricordiamo che, cliccando su questo link, è possibile prendere appuntamento con lei per una visita ambulatoriale presso il Centro Medico Benvita.

Redazione Benvita
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