09 Giu Binge-watching:
la “grande abbuffata” di serie TV
“Binge-drinking” e “binge-eating” sono espressioni ormai entrate nel linguaggio comune. Indicano un’abitudine prettamente giovanile e uno dei più frequenti disordini dell’alimentazione dei nostri anni. Nel primo caso si tratta dell’assunzione di alcol, nel secondo di cibo, entrambi in maniera smodata e in un breve lasso di tempo, senza concedere al proprio fisico i tempi dovuti sia per l’assunzione, sia per la metabolizzazione.
Un simile approccio disordinato, compulsivo, molti di noi lo stanno vivendo nel rapporto con quanto viene trasmesso in televisione, in particolare sulle piattaforme digitali. Queste, mettendo a disposizione contemporaneamente per la visione intere stagioni di serie TV, consentono di immergersi in decine di episodi senza sosta, quasi come se si guardasse un unico, lunghissimo, film. È il “binge-watching”, una nuova pratica molto diffusa e di cui spesso si è vittime inconsapevoli.
COME NASCE IL BINGE-WATCHING
Negli ultimi anni la TV come si era abituati a viverla anni fa ha conosciuto la concorrenza delle piattaforme digitali a pagamento. La nascita di streaming tv come Netflix, Prime Video e molte altre, ha concesso agli utenti, a fronte di un minimo esborso economico mensile, una qualità superiore e una migliore personalizzazione dei contenuti, oltre alla la possibilità di vedere i programmi preferiti in qualsiasi luogo e su qualsiasi device.
È stata concessa, in particolare, la possibilità di vedere tutte le serie in una volta, senza più dover attendere quello che un tempo era vissuto come un immancabile appuntamento settimanale. Le serie TV sono spesso suddivise in più stagioni, ciascuna formata da decine di episodi e tutte le stagioni sono messe a disposizione in uno stesso momento.
La durata media di ogni episodio è di circa 45 minuti: il “binge-watching” è la tentazione di trasformare pomeriggi, serate, o addirittura intere giornate, in blocchi di 45 minuti per vivere incessantemente la storia che ci sta appassionando, fino a…
Già: fino a quando? Quando ci si ferma? Perché ad un certo punto si sceglie di interrompere il coinvolgimento in una trama emotivamente appagante? Quando si sconfina da un comportamento sano e appassionato, ad uno che rasenta la dipendenza e, quindi, una possibile patologia?
In un recente studio commissionato dalla stessa Netflix, il 73% degli intervistati ha considerato binge-watching la visione consecutiva da 2 a 6 episodi di una stessa serie in un’unica “sessione”.
Certo, può capitare: se ci troviamo ad avere un pomeriggio libero in una giornata di pioggia alcune serie Tv possono essere un ottimo passatempo, ma quando l’abbuffata diventa una costante, si può considerare una “dipendenza”.
LE IMPLICAZIONI NEGATIVE
Chi ha studiato il fenomeno del binge-watching individua il rischio di dipendenza nel momento in cui il piacere per aver visto una puntata di una serie TV è superato dal desiderio di vedere la puntata successiva. Come se si generasse un’incapacità di godersi il bello che si sta vivendo poiché si è sempre proiettati sul dopo convinti che ciò che si vedrà sarà sicuramente migliore. Tutto ciò, sebbene non auspicabile, può non diventare un problema nei soggetti in grado di controllare e gestire il fenomeno, senza togliere niente al resto della loro vita.
Quando però a vivere la tentazione dell’abbuffata di serie TV sono individui fragili che faticano a conciliare l’attrazione per le storie digitali con la normale quotidianità, diventa facile che un normale passatempo si trasformi in una vera e propria dipendenza con un importante impatto sul funzionamento globale.
Se si comincia a rinunciare al sonno, alla vita sociale, al lavoro o allo studio, se cala l’attenzione nei confronti del partner o della famiglia, se ci si comincia ad isolare per dedicarsi ai tanti episodi della serie tv, se l’abbuffata televisiva si trasforma nell’unico passatempo possibile, se, insomma, il binge-watching condiziona la nostra vita impedendoci di condurla come eravamo abituati a fare, allora siamo in presenza di una situazione al limite del patologico.
CHE COSA FARE
Riconoscere un disagio è il primo passo per affrontarlo e superarlo. Si può pensare di sconfiggere il binge-watching da soli, ma se non si riuscisse ci si dovrebbe rivolgere a specialisti del settore. Il centro Benvita si avvale della collaborazione di esperti psicologi e psichiatri che è possibile contattare anche online a questo link.