allergie respiratorie

Le allergie respiratorie

Incontriamo oggi il dottor Roberto Cogo, pneumologo presso il Centro Medico Benvita, col quale approfondiremo un tema sempre di attualità: le allergie respiratorie.

Buongiorno dottor Cogo, che cosa sono le allergie respiratorie?

Le allergie respiratorie fondamentalmente sono di due tipi: i raffreddori primaverili e l’asma.

In quale periodo si manifestano?

Il periodo più intenso per questo tipo di allergie è da febbraio a settembre, ovvero il periodo di maggior fioritura dei pollini. Poi, chiaramente, ci sono anche le allergie invernali, come l’acaro della polvere o il pelo di cane e gatto, che però sono meno frequenti di quelle primaverili-autunnali.

Quali sono le fasce d’età più colpite?

Bisogna dire innanzitutto che c’è un grande aumento della diffusione delle allergie: nella fascia d’età 5-12 anni il 50% degli individui presenta una forma allergica, mentre tra i 20 e i 40 anni siamo al 33-35%.

Sono indubbiamente numeri importanti. In quale modo ci possiamo difendere?

C’è la tendenza a sottovalutare o ad affrontare in maniera errata il problema: si va in farmacia a comprare l’antistaminico, in modo tale da controllare in qualche modo il disturbo. Ma la pillola o le gocce non sono la soluzione del problema. Se sono allergico e starnutisco per due mesi all’anno significa che ho un problema e l’antistaminico non me lo risolve, lo nasconde soltanto per il periodo della sua assunzione, provocando anche un peggioramento negli anni.

Dunque qual è la soluzione?

L’unica soluzione efficace e definitiva è l’immunoterapia (tecnicamente “immunoterapia desensibilizzante”), cioè una sorta di vaccino, pre o co stagionale che va effettuata per 2 o 3 cicli per ottenere un risultato che può essere definitivo o durare comunque per anni. Si può fare in due modi: l’immunoterapia come terapia continuativa, che ti consente una protezione per tutto l’anno, oppure come terapia pre-stagionale, che si fa in autunno e sortisce il suo effetto in primavera, al tempo della fioritura. Si individua la sostanza a cui si è allergici attraverso un apposito test e, una volta individuata, si creano delle difese per eliminare questo fastidio. Tali difese si creano introducendo nell’organismo, a piccole dosi e per un tempo più o meno lungo (4-6 mesi per un ciclo di immunoterapia) l’allergene, ossia la sostanza che non si tollera, in modo che il nostro corpo si abitui all’ospite un tempo indesiderato.

In che modo il corpo si abitua?

In realtà è il nostro sistema immunitario che “si abitua” e inizia a produrre anticorpi per difendersi da quel che prima non sopportava.

Quali sono i costi dell’immunoterapia?

L’immunoterapia ha sicuramente un costo maggiore della pastiglietta di antistaminico, ma è sicuramente una strada che porta alla risoluzione del problema definitivamente, mentre con l’antistaminico andiamo a creare un circolo vizioso per cui più si prendo, più si deve prendere. Anzi, siccome non sto facendo altro che nascondere il vero problema, si crea la cosiddetta marcia allergica.

Ovvero?

Le faccio un esempio. Avevo un’allergia di intensità minima, non l’ho curata nel tempo e allora è aumentata; avevo solo la rinite e quindi starnutivo soltanto, ma dopo qualche anno mi viene pure l’asma; avevo l’allergia ad una sostanza che durava due mesi, poi magari ne subentrano altre che mi tengono in ostaggio dei fazzoletti per molto più tempo. Quindi, riassumendo, un’allergia non curata ha la possibilità di aumentare i disturbi, crearne di nuovi e aumentare le sensibilizzazioni.

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Quindi è vero ciò che si sente dire dagli allergici di lungo corso, ovvero che ritengono che siano aumentate le sostanze che danno loro fastidio e che gli antistaminici facciano sempre meno effetto?

Sì, tant’è che uno dei consigli che diamo è di cambiare ciclicamente l’antistaminico per trovarne qualcuno più adeguato alle proprie esigenze.

Durante il lockdown si è avuta la sensazione che vi sia stato un calo delle manifestazioni allergiche, come mai?

Sicuramente l’aumento dell’inquinamento negli ultimi anni ha contribuito ad aumentare le sintomatologie allergiche, di conseguenza nel periodo di lockdown, quando eravamo tutti costretti a casa e non c’era traffico, l’aria era più pulita e gli effetti sulle allergie minori. Quarant’anni fa c’erano le stesse piante di oggi, eppure le allergie erano molto inferiori a quelle di oggi.

Ma perché l’inquinamento incide sulle allergie?

Perché noi abbiamo un epitelio (un tipo di tessuto) di difesa, nella mucosa nasale, nei bronchi e a livello degli occhi. Se vengo a contatto con un inquinante, l’inquinante cosa fa? Riduce le mie difese meccaniche, cioè il mio epitelio di difesa si infiamma e fa meno muro rispetto all’esterno: ho quindi meno difese e l’allergene che prima si fermava perché c’era un epitelio integro, ora ha via libera e penetra più facilmente.

Ci sono altri fattori esterni che hanno un’incidenza importante sulle allergie?

Oltre all’inquinamento, una parte importante della teoria allergica è che ci laviamo tanto e siamo più… puliti, sicuramente di più di anni fa e, così facendo, stimoliamo meno il sistema immunitario. Una volta si giocava nei prati, con la terra e i nostri fattori di difesa erano più allenati perché venivamo a contatto più frequentemente con agenti patogeni. Oggi potremmo dire di essere più immunodepressi proprio perché stimoliamo meno il nostro sistema di difesa. Quindi, facendo un passo indietro, potremmo dire che gli agenti patogeni entrano più facilmente di un tempo nel nostro organismo perché le nostre difese meccaniche, ovvero il nostro epitelio è indebolito dagli agenti inquinanti, poi, una volta all’interno, agiscono quasi indisturbati perché il nostro sistema immunitario non è immunocompetente come una volta. In questo modo lo stesso allergene che una volta dava fastidio a tre persone, adesso ne infastidisce cinque.

Le allergie possono manifestarsi in età adulta?

Sì, è possibile. Il nostro sistema immunitario cresce e si rafforza, perché stimolato, fino ai 20-30 anni, dopodiché comincia ad indebolirsi, rendendosi pertanto più “accessibile” ai vari allergeni. Per lo stesso motivo l’immunoterapia sui 40enni è una terapia più lunga, perché serve più tempo per stimolare la risposta immunitaria del soggetto.

Le allergie sono genetiche?

Sì, ed infatti la domanda “hai familiari allergici?” è una delle prime di una visita. Nella diffusione delle allergie pesa molto la familiarità.

Che differenza c’è tra me che sono allergico e un mio amico che non lo è?

Fondamentalmente la differenza è costituita dalle difese immunitarie, perché l’allergia, in qualsiasi modo essa si manifesti, è mediata dall’istamina, una sostanza prodotta dal nostro organismo attraverso i mastociti. La differenza è che l’allergico ne produce più di quella che è capace di inattivare; il non allergico ha un antidoto quantitativamente maggiore rispetto all’istamina prodotta.

Ringraziamo il Dottor Cogo e ricordiamo che, cliccando su questo link, è possibile prendere appuntamento con lui per un consulto.

Redazione Benvita
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