allergie crociate

Le allergie crociate

Oggi incontriamo il dottor Luigi Manzoni, allergologo e dermatologo presso il Centro Medico Benvita. Il dottor Manzoni si occupa di allergie respiratorie, allergie alimentari e allergie cutanee.

Buongiorno dottor Manzoni osservando le sue competenze verrebbe da dire: “Che cosa c’entrano le allergie respiratorie con quelle alimentari?”

Quando un individuo viene a fare i test per gli inalanti e scopriamo, ad esempio, che è allergico alle graminacee, se fossi un allergologo poco attento gli direi soltanto: “bene, lei è allergico alle graminacee”. Invece io gli chiedo se ha mai avuto sintomi tipo prurito sulle labbra, prurito sulla lingua, in gola, nel corso della sua vita, e il paziente mi risponde che mangiando kiwi o pomodoro crudo gli è successo proprio di provare quel tipo di fastidio…

Perché succede questo?

Perché gli anticorpi che si hanno nel sangue, così come sono sensibili alle molecole, ad esempio delle graminacee, lo sono altrettanto ad alcuni alimenti che possiedono la stessa struttura molecolare del polline delle graminacee. Succede quindi che, al posto di dare sintomi di tipo respiratorio, possano dare sintomi a livello del cavo orale. Sono chiamati OAS, acronimo di Oral Allergy Syndrome, ovvero Sindrome da allergia orale.

Esiste sempre una corrispondenza tra allergia respiratoria e allergia alimentare?

Esistono proprio delle allergie definite “crociate” tra gruppi di piante e gruppi di alimenti, ma, sebbene le allergie crociate siano riscontrabili in un grande numero di pazienti, tale correlazione non è scontata. Un soggetto può avere solo l’allergia respiratoria, oppure sia la respiratoria, sia quella alimentare.

Esistono delle tabelle che legano alimenti e piante?

Sì, e mostrano un legame preciso perché, come dicevamo prima, si tratta di un’analogia a livello di composizione molecolare. Ad esempio, ai tanti pazienti allergici all’acaro della polvere può capitare di avere un prurito alla gola, sulla lingua o sulle labbra, ovvero la OAS, quando mangiano molluschi, gamberi e granchi.

allergie crociate

E le allergie cutanee?

Sono un’altra branca dell’allergologia, la cosiddetta allergologia dermatologica o dermatologia allergologica. L’allergologo innanzitutto deve differenziare la dermatite da contatto allergica (DAC), dalla dermatite da contatto irritativa ( DIC). Hanno la medesima espressione clinica, la stessa espressione dermatologica ed è importante saperlo e specificarlo perché se uno è allergico ad una sostanza (DAC) deve limitarla affinché le manifestazioni allergiche non ritornino più fuori. La dermatite di tipo irritativo (DIC) ti segnala solo un’esagerazione commessa, ovvero che la quantità assunta di un determinato cibo è stata troppo alta. L’analisi che determina se ci trova in presenza di DIC o DAC si fa attraverso dei test epicutanei, applicando dei cerotti sulla schiena per circa 72 ore. Si tratta di dischetti di alluminio già predisposti con 40 allergeni che abbracciano un ventaglio molto ampio di allergie, da quella al nikel, all’allergia ai profumi, a quella al cobalto.

Anche in questo caso poi vi sono le correlazioni con gli alimenti?

Beh, sì: se risulta che un paziente è allergico al nikel, innanzitutto deve evitare di toccare il nikel per non avere manifestazioni allergiche nella sede del contatto. Ma questo paziente non deve neanche mangiare il pomodoro!

Ma in base a cosa l’allergia crociata si manifesta o meno?

Dipende dalla quantità degli anticorpi specifici presenti nel sangue. Se si hanno le IgE basse è facile che, in presenza ad esempio dell’acaro della polvere, si possa avere solo un po’ di naso chiuso o prurito agli occhi. Ma se si hanno una quantità di IgE molto alta si manifestano sintomi molto più violenti. E se gli igE sono molto alti, è più facile che si manifesti una forma allergica crociata. Un esempio esemplificativo sono i bambini: quando rifiutano il cibo, spesso avviene perché sentono un fastidio in gola. Quindi, se mangiano per la prima volta qualcosa che dà loro fastidio, la volta successiva non la mangiano più: significa che molto probabilmente c’è sotto un’allergia.

C’è il modo per curare definitivamente questo tipo di allergie?

Se si è allergici ad un alimento, lo si toglie per un anno, un anno e mezzo per poi reintrodurlo progressivamente con un dosaggio graduale, che aumenta poco per volta, per vedere se l’organismo ha perso la memoria del fastidio. Se si è persa, il paziente potrà riprendere a mangiare quell’alimento.

Qual è la differenza tra un soggetto allergico e uno che non lo è? Solo la presenza di anticorpi?

Sì, perché l’allergia è un quadro geneticamente determinato dalla trasmissione di anticorpi specifici IgE trasmessi dai genitori, i quali, a loro volta, li hanno ricevuti dai loro genitori… Le forme allergiche nascono con noi, è la loro manifestazione che può palesarsi anni dopo.

Ringraziamo il dottor Manzoni, ricordando che per prenotare una visita con lui presso il centro Medico Benvita è sufficiente cliccare su questo link.

Redazione Benvita
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