26 Apr Le cardiomiopatie giovanili
Incontriamo oggi il dottor Roberto Spoladore, cardiologo presso il Centro Medico Benvita. Con lui affrontiamo la questione delle cardiomiopatie giovanili.
Buongiorno dottore, ci spiega innanzitutto che cosa sono le cardiomiopatie?
Le cardiomiopatie sono delle patologie che molto spesso si possono ricondurre ad una causa di tipo genetico. Questa può poi portare, nel corso della vita, alla manifestazione della malattia come un’alterazione del muscolo cardiaco o, a volte, anche dell’impulso elettrico. Queste alterazioni possono poi creare delle problematiche al cuore di tipo meccanico, ma soprattutto problematiche di tipo aritmico che sono poi le più ricorrenti per un giovane che pratica un’attività sportiva e che può subire un arresto cardiaco anche in giovane età. Poiché sono patologie di origine genetica, molto spesso si incontrano nel giovane o comunque iniziano già a manifestarsi in giovane età.
Quindi si parla di cardiomiopatie giovanili proprio perché, essendo genetiche, tendono ad emergere subito. Non tanto perché sono proprie della giovane età, giusto?
Giusto. La cardiomiopatia è la malattia del muscolo cardiaco che non riconosce una causa secondaria: è primitiva. È un disturbo del muscolo cardiaco che si crea perché c’è di base un’alterazione genetica. Le due grosse cardiopatie che più di tutte devono essere ricercate perché più di tutte vanno a sottoporre ad un rischio di morte improvvisa i giovani atleti, sono la cardiopatia ipertrofica e la displasia aritmogena.
Ci dice che cosa sono?
La cardiopatia ipertrofica è un’alterazione genetica che porta ad un ispessimento del muscolo cardiaco. E’ molto difficile da discriminare dal normale ispessimento che si genera con l’attività fisica svolta. Talvolta infatti l’attività fisica può portare ad un ispessimento fisiologico del muscolo cardiaco, ma in alcuni casi conduce ad una vera patologia del cuore che è la cardiopatia.
Negli Stati Uniti la cardiomiopatia ipertrofica è la patologia cardiaca che più spesso porta a morte improvvisa.
La displasia aritmogena del ventricolo destro è invece quella patologia che nelle casistiche italiane è più di tutte associata al rischio di morte improvvisa nei giovani atleti. È una patologia in cui il muscolo cardiaco, in particolare il ventricolo destro, viene sostituito da tessuto adiposo (grasso) o fibroso (ad esempio una cicatrice) e questo innesca delle aritmie che possono essere fatali.
Perché questa differenza tra Stati Uniti e Italia?
Perché gli screening per l’attività sportiva prevedono procedure diverse tra Stati Uniti ed Europa, e quindi Italia. Negli Stati Uniti non sarebbe obbligatorio fare l’elettrocardiogramma basale, di solito quel che è raccomandato è il colloquio durante la visita medica, dove si raccoglie la storia dell’atleta, le eventuali patologie e poi il medico decide se approfondire con elettrocardiogramma o altri esami.
In Italia, invece, è obbligatorio l’elettrocardiogramma basale, mentre altri approfondimenti di secondo livello sono poi richiesti su indicazione del medico dello sport. Quindi già il fatto di fare a tappeto l’elettrocardiogramma permette di discriminare molto tra le forme ipertrofiche e le displasie aritmogene. Quindi, per arrivare alla sua domanda, la differenza tra i dati di Stati Uniti e Italia è dovuta al tipo di screening che viene fatto.
Mi sembra di capire che l’elettrocardiogramma rivesta un ruolo fondamentale.
Sì: l’elettrocardiogramma è fondamentale da fare. Il problema è che molto spesso l’elettrocardiogramma non è sufficiente, perché a volte ci sono delle forme, ad esempio di cardiopatia ipertrofica, in cui il segnale elettrico è normale, sebbene ci sia già un’espressione di malattia. In questo caso, se si va a vedere l’ecocardiogramma, già qualche alterazione strutturale si può vedere.
Quindi l’ideale sarebbe effettuare elettrocardiogramma più ecocardiogramma?
Sì, a livello di prevenzione l’ecocardiogramma è fortemente raccomandato perché evidenzia anomalie strutturali che l’elettrocardiogramma non rileva. L’ecocardiogramma, in più, ti consente di vedere anche altre patologie, come la valvola aortica bicuspide che si associa all’aneurisma dell’aorta. Questa patologia, per chi fa molto sport di tipo isometrico (sollevamento pesi) o altri sport molto intensi come la corsa o il canottaggio, può portare ad una precoce dilatazione dell’aorta che un elettrocardiogramma non ti consentirebbe di vedere.
L’ecografia al cuore, poi, permette anche di distinguere tra ipertrofia cardiaca fisiologica, dovuta ad esempio ad un’intensa pratica sportiva, e ipertrofia cardiaca patologica.
Per l’aspetto preventivo è poi sempre importante contestualizzare ciò che si vede, ovvero capire la storia familiare del soggetto. Le cardiopatie hanno infatti collegamenti genetici molto ben definiti: ad esempio la cardiopatia ipertrofica, se presente in uno dei genitori, ha il 50% di probabilità di essere trasmessa al figlio.
Ci sono patologie che sfuggono ad elettro ed ecocardiogramma?
La displasia aritmogena è molto difficile da rilevare con l’elettrocardiogramma e anche con l’ecografia è molto difficile che la si individui. Nei casi in cui si generi il dubbio di displasia, bisogna dunque ricorrere alla risonanza.
Tutto ciò di cui abbiamo parlato riguarda anche lo sportivo della domenica?
Riguarda sicuramente anche lo sportivo della domenica perché è comunque importante sapere se si ha una patologia cardiaca. Ad esempio, se c’è un ragazzino con una cardiomiopatia ipertrofica e già in famiglia c’è una storia di morte improvvisa, ovviamente io devo dire al ragazzino che non va bene andare a fare la partita a calcio e devo raccomandargli qualche altro tipo di sport.
Il cinquantenne che va a correre tutti i weekend, per impostare bene il suo allenamento che cosa dovrebbe fare?
Siamo in un’età in cui subentra un’altra problematica, ovvero la coronaropatia, una patologia arterosclerotica. Quindi il nostro cinquantenne dovrebbe sottoporsi ad una valutazione cardiologica con ecografia e ad una prova sotto sforzo.
Quali sono le principali cause di morte improvvisa? Quali gli sport in cui si verifica di più?
Secondo uno studio recente, tra gli sport che più di altri sono associati alla morte improvvisa c’è il ciclismo. In giovane età la causa maggiore sono le cardiopatie ipertrofiche e la displasia aritmogena. Dopo i 50 anni la causa principale di morte improvvisa è la coronaropatia, la patologia arterosclerotica.
Ringraziamo il dottor Spoladore e ricordiamo che, cliccando su questo link, è possibile entrare in contatto con gli specialisti del Centro Medico Benvita.